Avezzano. Grosse somme di denaro in ballo per lo spaccio di droga ad Avezzano. E’ quanto emerso nell’inchiesta della procura di Avezzano che ha portato questa mattina nel corso di un’operazione a otto ordinanze di custodia cautelare (2 in carcere, 2 agli arresti domiciliari, 1 divieto di dimora ad Avezzano e 3 obblighi di presentazione quotidiana alla Polizia Giudiziaria), 7 delle quali per spaccio di sostanze stupefacenti e una per concussione nei confronti di un poliziotto.
Gli arrestati. Oltre all’avezzanese Ivo Di Terlizi (37), dipendente Cam più volte arrestato, e Agostino Fina (45) di Luco, agente di polizia, finiti in cella, il gip del tribunale di Avezzano ha disposto gli arresti domiciliari per Gabriele Ciulli (29) di Avezzano e Robertino Pisotta (48) di Ortucchio, mentre Marco Aceto (42) di Paganica è stato sottoposto a divieto di dimora ad Avezzano. Obbligo di firma per Marco Penta (28) di Avezzano, Cesidio Della Torre (35) di Trasacco e Daniele Picconi (41) di Avezzano. Sono indagati F.F. (41) di Avezzano, Danilo Gentile (45) di Avezzano e Osvaldo Di Rocco (38) di Lanciano.
L’indagine. L’intera indagine si fonda sull’indagato Di Terlizi, intercettato in più occasioni anche in casa con intercettazioni ambientali. Molti degli accusati sono indagati proprio in virtù dei rapporti con Di Tirlizi.
Il poliziotto. Nelle maglie dell’indagine, coordinata dal sostituto Maurizio Maria Cerrato della Procura della Repubblica di Avezzano, è finito anche un appartenente alla Polizia di Stato, Agostino Fina (45) di Luco anche lui colpito da misura cautelare e difeso dall’avvocato Franco Colucci. Al poliziotto è stata contestata esclusivamente la concussione per essersi fatto consegnare somme di denaro da un pregiudicato in cambio di una millantata “protezione”.
L’agente, in servizio a Roma, ma per diverso tempo distaccato al Commissariato di Avezzano per motivi di famiglia, secondo l’accusa si trova in una posizione molto grave poiché abusando del suo ruolo di poliziotto era riuscito a intrecciare legami con la malavita locale nel mondo dello spaccio arrivando a farsi consegnare, con “velate minacce”, una somma di 48mila euro in due diverse occasioni, 30mila più 18mila.
L’incendio delle auto. L’operazione della squadra anticrimine del commissariato di Avezzano è scaturita dagli accertamenti relativi a un rogo doloso che ha coinvolto, alla fine del 2015, quattro autovetture di un noto imprenditore avezzanese, rimasto poi completamente estraneo ai fatti oggetto dell’odierna operazione. Secondo gli investigatori, il mandante dell’incendio delle auto di Gianluca Carpineta, avvenuto a gennaio 2016, era stato proprio Di Terlizi che imputava al proprietario dell’auto incendiata il suo ennesimo arresto.
L’Avezzano bene droga-dipendente. L’articolata attività, condotta con operazioni tecniche combinate a metodologie di investigazione tradizionali, ha permesso di fare emergere una rete di spaccio di sostanze stupefacenti coinvolgente numerose persone residenti nella Marsica con ramificazioni anche nel Capoluogo e nel teramano.
Il personale della squadra anticrimine del commissariato di Avezzano ha infatti dovuto, per alcuni mesi, investigare senza sosta al fine di cristallizzare le posizioni degli indagati che, con diversi livelli di coinvolgimento e con differenti compiti, si approvvigionavano al di fuori dell’Abruzzo di ingenti quantitativi di varie tipologie di sostanze stupefacenti, che venivano poi riversati sul mercato locale per rifornire gli assuntori della cosiddetta “Avezzano bene”.
Lo spaccio. Numerosi sono stati i riscontri effettuati, anche mediante appostamenti e pedinamenti dei vari pusher, che hanno portato al sequestro di rilevanti quantità di hashish e cocaina ed all’individuazione dei componenti della rete di spaccio, uno dei quali è risultato talmente determinato da continuare ad effettuare le cessioni nonostante fosse sottoposto alla misura cautelare degli arresti domiciliari.
L’operazione, che ha comportato l’esecuzione anche di numerose perquisizioni locali, è stata svolta in collaborazione con le Squadre Mobili di L’Aquila, Roma, Pescara e Teramo e con l’ausilio di unità cinofile della Polizia di Stato provenienti da Ancona.