Avezzano. Risultava invalida al 100 per cento, costretta su una sedia a rotelle, incapace di parlare e muovere un braccio, ma solo davanti alla commissione medico-legale. Perché in realtà, una donna di 44 anni, residente in un comune marsicano non ancora reso noto dalle forze dell’ordine, stava benissimo ma percepiva una pensione di circa 800 euro. S.S. era stata vittima di un ictus cerebro-vascolare nel 2014, aveva sfruttato la patologia per simulare gravissime conseguenze e ottenerne così, dal novembre 2014, due assegni mensili di 279 e 512 euro, rispettivamente per invalidità civile e accompagnamento.
La donna, ufficialmente costretta su una sedia a rotelle, inibita nel linguaggio e con un braccio paralizzato, non ha però convinto i carabinieri della compagnia di Avezzano guidati dal comandante Enrico Valeri i quali, a seguito di un mirato e duraturo servizio di osservazione e pedinamento, completato da attività di tipo tecnico, hanno fatto la sorprendente scoperta: la donna parla perfettamente, cammina, guida la propria auto, sale le scale, insomma sta bene e svolge autonomamente le attività della vita quotidiana.
A fronte della scoperta l’Arma ha mirato la propria attività a capire come la S.S. potesse aver ingannato la Commissione preposta (Asl e Inps) al suo giudizio medico. Da qui un ulteriore sviluppo: la donna non agiva da sola ma in collaborazione con il proprio medico il quale, consapevole del reale positivo quadro clinico, recitava con la stessa in una spregevole e lucrativa messa in scena.
I servizi di osservazione, compiuti tra l’altro per due volte in occasione delle visite collegiali alle quali l’indagata veniva sottoposta dall’Inps, palesavano che la carrozzella utilizzata per la sceneggiata dalla donna, era spinta proprio dal consapevole medico di base Fabio Ranalli, 57 anni, ex consigliere comunale e medico di base a Pescina, il quale incontrata la donna iniziava la recita, la faceva accomodare cominciando a comunicare con lei a gesti, la presentava alla Commissione come visibilmente disabile, per poi risalutarla, a debita distanza dalla struttura previdenziale, nuovamente sulle sue gambe, in grado di parlare e di stringere la mano con quell’arto che poco prima fingeva paralizzato.
L’attenzione degli investigatori sull’operato del medico permetteva di accertare che la collaborazione nella recita della S.S. verosimilmente non era la sola alla quale l’uomo avesse partecipato. Il dottore risultava da subito molto aperto e disponibile nel distribuire consigli su come comportarsi di fronte a commissioni mediche, e molto “leggero” sulla dispensazione di certificazioni mediche idonee all’esenzione dal lavoro, come emerso dalle attività tecniche condotte dagli investigatori: “… dobbiamo scendere in campo forti… tu devi stare male e io altrettanto insieme a te devo dire che stai proprio male…”
La simulazione posta in essere da consumati attori veniva giudicata dal gip del Tribunale di Avezzano “umanamente offensiva per chi realmente soffre di gravi patologie e vede, spesso, negata e disattesa l’aspettativa ad una pubblica assistenza”. Le reiterate recite e la compartecipazione di un sanitario che appariva avvezzo a simili traffici, facevano ipotizzare che l’indagata possa avere illecitamente retribuito lo stesso ed anche ulteriori soggetti. Il protrarsi nel tempo delle condotte facevano inoltre ritenere elevata la propensione a delinquere degli indagati, uno dei quali, il medico, è venuto meno al giuramento proprio di una così nobile professione che chiede dedizione al prossimo, al malato e non al profitto. Proprio tali considerazioni hanno portato il gip del Tribunale di Avezzano, Francesca Proietti, ad accogliere le richieste cautelari avanzate dal pubblico Ministero della Procura della Repubblica Maurizio Maria Cerrato, e ad emettere per entrambi la misura degli arresti domiciliari che questa mattina è stata eseguita a carico del medico da parte dei militari della Compagnia di Avezzano. La “falsa invalida” per ora si trova all’estero.