Avezzano. Grido d’allarme della Flai – Cgil: i braccianti del Fucino sono al limite della schiavitù. L’osservatorio Placido Rizzotto ha acceso i riflettori sulla Marsica per capire lo stato in cui si trovano gli oltre 9.500 lavoratori del Fucino. La giornata media di lavoro dura dalle 12 alle 14 ore e ogni bracciante percepisce 2euro e 50 circa per ogni ora di lavoro. Una situazione disarmante che ha spinto la Flai-Cgil nazionale a mobilitarsi per lanciare proprio dalla Marsica una grande vertenza. “Sappiamo che ci sono tantissimi lavoratori stagionali che non denunciando non ci permettono di avere un quadro chiaro della situazione”, ha commentato Ada Sinimberghi (Flai-Cgil), “ci sono lavoratori che risiedono nella Marsica e possono essere rintracciati e altri invece che non sono residenti e non possono essere contattati per la regolarizzazione del lavoro. Noi stiamo cercando di focalizzare l’attenzione su una produzione orticola di qualità che deve avere un ritorno. Siamo in una zona di confine con territori che hanno visto coinvolti in situazioni come queste associazioni malavitose. Per questo l’ Abruzzo è una delle tappe della campagna della Flai-Cgil che mira a far emergere lo sfruttamento del lavoro”. La Flai giovedì e venerdì farà una serie di incontri in città volti propri a sensibilizzare non solo i braccianti ma tutti i cittadini su questo fenomeno. “Ci sono 400mila persone in tutta Italia che vivono in questa situazione, di cui 100mila rischiano la schiavitù”, ha commentato Jean Renè Bilongo, Flai Cgil nazionale, “c’è molta preoccupazione perché i braccianti sono costretti ad accettare il volere del caporalato. Grazie alla vertenza del Fucino vogliamo fare proposte innovative per offrire delle vie di fuga a questo fenomeno dello sfruttamento. I lavoratori immigrati della zona sanno che la Cgil è una stampella sulla quale appoggiarsi. Ci sono molti braccianti che hanno dei diritti e non lo sanno, per questo abbiamo pensato di allargare il ventaglio delle nostre collaborazioni coinvolgendo anche gli ambasciatori e altri partner”. Molto spesso i braccianti del Fucino vengono assunti qui, grazie agli sgravi fiscali di cui usufruisce l’Abruzzo considerata regione del mezzogiorno, e poi vengono portati a lavorare nell’agropontino o nel casertano proprio perchè c’è un legame tra il Fucino e questi territori. “Abbiamo avuto delle segnalazioni di lavoratori con regolare contratto di lavoro ai quali viene corrisposto però il 30 per cento del compenso dovuto”, ha sottolineato Marcello Pagliaroli, segretario provinciale Flai-Cgil, “è un ricatto che viene fatto per permettere di avere poi la disoccupazione agricola. A Luco e Trasacco le comunità più fiorenti sono quelle dei marocchini, macedoni e albanesi. Lo sfruttamento e il caporalato nella Marsica sono una realtà. Abbiamo numerose vertenze aperte di aziende che non pagano i contributi. Vogliamo chiedere che il Psr possa favorire le aziende in regola”. Gli invisibili delle campagne del Fucino è il tema della due giorni organizzata dalla Flai-Cgil nazionale in collaborazione con la Fli-Cgil Abruzzo. Domani pomeriggio alle 14.30 è prevista l’inaugurazione della mostra “Contro la Torlonia: la lotta, l’eccidio, la riforma” e subito dopo all’hotel dei Marsi la conferenza “Il lavoro agricolo nel Fucino ieri e oggi”. Alle 18 ci sarà un ricordo di Romolo Liberale e un’assemblea pubblica a Luco dei Marsi. Venerdì alle 5 i rappresentanti sindacali andranno in strada per incontrare i braccianti. Alle 11, sempre all’hotel dei Marsi, è prevista una tavola rotonda sul tema “Lavoro dignitoso per un’agricoltura di eccellenza”.