Avezzano. A molti questo nome non ricorderà nulla. Eppure negli anni 50′ Franco Caiola era un simbolo per i marsicani. Anarchico e antifascista nel 1098 lasciò l’Italia alla volta dell’America dove divenne corrispondente del giornale Cronaca sovversiva. Nel 1915 ritorna in Italia, continua a scrivere, e racconta su Umanità Nova gli eccidi proletari di Ovindoli e Celano. Ieri, in città e a Paterno, sono apparsi decine di manifestini a 50 anni dalla sua morte. Caiola viene ricordato come collaboratore di “Umanità nova”, dell’Adunata dei refrattari della stampa anarchica, ma anche per la sua battaglia alla causa di Sacco e Vanzetti. Caiola fondò inoltre il primo importante associazionismo politico tra i cittadini della Piana a Paterno. Nel manifesto comparso nelle strade della città si chiede un riconoscimento per la sua figura. “Gli avezzanesi di oggi nel ricordarlo alle nuove generazioni della Marsica”, hanno scritto i suoi sostenitori anonimi, “auspicano che la sua memoria trovi anche un adeguato riconoscimento dell’amministrazione comunale”.