Balsorano. Niente eversione per l’ex brigadiere di Balsorano Stefano Manni, solo tante parole. Questa la tesi presentata dall’avvocato di Manni ritenuto la mente e il capo del gruppo eversivo smascherato nell’ambito dell’inchiesta “Aquila nera”. Manni era a capo della squadra composta da Marina Pellati, Luca Infantino, Franco Montanaro, Emanuele Lo Grande e Pandolfina Del Vasto. Il blitz che ha portato al loro arresto è scattato a dicembre. 14 persone arrestate e 48 indagate è il bilancio dell’operazione antiterrorismo dei carabinieri del Ros, che hanno scoperto un gruppo clandestino che, richiamandosi agli ideali del disciolto movimento neofascista “Ordine Nuovo”, progettava «azioni violente contro obiettivi istituzionali». Durante ai giudici del riesame, ieri, sono state discusse le loro posizioni e gli avvocati hanno sostenuto la tesi che non si trattasse di veri e propri attentanti ma solo di rivelazioni e frasi in libertà e nessuno di loro avrebbe mai voluto organizzare attentati o cose simili. I commenti che facevano sui social network o nelle telefonate e nelle chiacchierate erano quindi semplici chiacchierate tra amici su argomenti però non proprio comuni. Per ora le accuse quindi, sono state rispedite al mittente, ma la Procura non ha concesso attenutazioni alle misure cautelari e di conseguenza non ha tenuto conto neanche delle precisazioni degli avvocati degli indagati.