Tagliacozzo. Occupa abusivamente la villa della banda della Magliana ma gli chiudono le sbarre del complesso residenziale e resta intrappolato all’interno con l’auto. Per spostarsi con la sua famiglia è costretto a usare due auto, una per arrivare alla sbarra dall’abitazione, e l’altra, parcheggiata all’esterno, per raggiungere qualsiasi altra destinazione. Accade a Pietro Catalano nella zona della Piccola Svizzera. Con la sua compagna e quattro figli vive in un’abitazione del centro residenziale, in una casa occupata dalla donna qualche anno fa, dopo che era stata sequestrata alla banda della Magliana. “Il Comune”, protesta Catalano, “non ci ha dato le chiavi delle nuove sbarre e siamo in grande difficoltà anche perché uno dei miei figli soffre di attacchi epilettici e c’è il rischio di un intervento dell’ambulanza”. Il 23 ottobre Catalano era stato assolto dal giudice Marco Scimia dall’accusa di occupazione abusiva. Dopo due giorni era stata fatta dal Comune una nuova denuncia per lo stesso reato. Era iniziato un nuovo procedimento. Il 4 agosto è però arrivata un’ordinanza di sgombero entro il 4 settembre. Secondo la difesa dell’uomo, però, Catalano “è stato costretto a entrare nell’immobile al fine di sottrarre se stesso e l’intero nucleo familiare da imminente e permanente pericolo di danno grave a sé e alla sua famiglia. Lo sgombero implica una responsabilità nel trovare una sistemazione alternativa alla stessa e obbliga i servizi sociali comunali a trovare una alternativa”.