Avezzano. Grande attesa in città per La Boheme. Lo spettacolo, che rientra nella stagione teatrale 2014-2015, andrà in scena sabato 22 novembre. Sul palcoscenico del teatro dei Marsi salirà il Coro dell’Opera di Parma con il maestro Emiliano Esposito, l’orchestra “Cantieri d’Arte” e il maestro concertatore e direttore Stefano Giaroli. Le scene e i costumi saranno curati da ArteScenica s.a.s. Reggio Emilia e la regia da Pierluigi Cassano. Sarà possibile acquistare i biglietti nel punto informativo di corso della Libertà tutti i giorni dalle 18-19,30 costo 35 – 30 – 25 euro. QUADRO PRIMO In una misera soffitta. Quattro giovani amici – il poeta Rodolfo, il pittore Marcello, il musicista Schaunard ed il filosofo Colline – conducono una gaia vita di bohème. I soldi mancano, spesso si digiuna, ma la gioventù e la spensieratezza aiutano a superare molti ostacoli. La vigilia di Natale vede Rodolfo e Marcello che, infreddoliti ed impossibilitati a lavorare per il gelo che ha invaso la soffitta, sono costretti a bruciare nel caminetto il grosso manoscritto di un dramma di Rodolfo. Rientra Colline, desolato perché ha trovato chiuso il Monte dei Pegni; Schaunard, invece, arriva tutto esultante portando del denaro, frutto di una sua prestazione musicale. I quattro amici decidono di festeggiare la vigilia di Natale con una cena al Quartiere Latino, quando giunge, non gradito, il padrone di casa Benoh a reclamare la pigione dell’ultimo trimestre. Costretto a bere dai turbolenti inquilini, il vecchio si lascia andare ad imprudenti confidenze sulle sue infedeltà coniugali e viene perciò cacciato dagli improvvisati moralisti. Marcello, Colline e Schaunard escono; Rodolfo deve attardarsi per finire un articolo di giornale. Fa la sua apparizione Mimì, una dolce e bella grisette che abita in una soffitta dello stesso casamento. Le si è spenta la candela, chiede aiuto a Rodolfo: ma, appena entrata, si sente male e le cadono di mano il candeliere e la chiave di casa. Rodolfo è colpito dalla bellezza della fanciulla. l’aiuta a rimettersi ma, trovata nel buio la chiave, si guarda bene dal restituirla a Mimì: chiamato a gran voce dagli amici impazienti di far baldoria, convince la ragazza ad unirsi a loro. Mimì dolcemente cede. Già innamorati, i due giovani si baciano, poi a braccetto, si avviano giù per la scala.
QUADRO SECONDO Al Quartiere Latino. Colline ha comprato un vecchio pastrano; anche Schaunard fa acquisti, mentre Rodolfo e Mimì si aggirano fra la folla, si amano. Marcello è triste: la bella Musetta lo ha abbandonato per correre dietro a nuovi amori. Rodolfo compra una cuffietta rosa a Mimì e presenta la ragazza agli amici; tutti si siedono ad un tavolo del Caffè Momus ed ordinano una ricca cena. Appare sulla piazza Musetta, elegantemente vestita: le vien dietro Alcindoro, un vecchio pomposo che è il suo amante attuale. Scorto Marcello, la ragazza si siede al tavolo vicino a quello degli amici e dal suo posto lancia frasi maliziose. Marcello finisce per cedere, ancora, al fascino di Musetta, la quale civetta con lui dopo aver allontanato con un pretesto Alcindoro. Passa la banda militare; i due amici si allontanano unendosi alla baraonda generale. Alcindoro torna al tavolino, non trova Musetta ma i due conti da pagare, e cade allibito.
QUADRO TERZO La Barriera d’Enfer. In un cabaret vicino, lavora Marcello, alloggiato insieme con Musetta, che dà lezioni di canto agli ospiti. E’ l’alba: gli spazzini si recano al lavoro, passano carrettieri e lattivendole. Mimì, sofferente, ha un colloquio con Marcello: la vita con Rodolfo è diventata impossibile, le liti sono all’ordine del giorno e la fanciulla non sa più che fare. Nascosta dietro agli alberi, Mimì assiste al colloquio tra Rodolfo e Marcello: il poeta accusa Mimì di infedeltà ma poi – dietro insistenza di Marcello – confessa la vera ragione del suo modo d’agire. Mimì è gravemente ammalata e la vita nella umida soffitta finirebbe per abbreviarle l’esistenza: è necessaria quindi una separazione. Mimì, dal suo nascondiglio, si lascia sfuggire un singhiozzo, e Rodolfo la scopre. Un appassionato colloquio s’intreccia tra i due amanti, che ricordano con nostalgia le gioie del periodo trascorso insieme. Alle tristi parole di Mimì e di Rodolfo si uniscono le frasi velenose di Musetta e Marcello: il pittore ha scoperto l’amica mentre civettava con un avventore e le fa una scenata di gelosia, alla quale la ragazza reagisce infuriata. Anch’essi si lasceranno: la vita in comune è diventata un inferno. Mentre Mimì e Rodolfo si avviano verso i loro ultimi giorni di felicità, Musetta continua a lanciare insulti contro Marcello, che rientra nel cabaret furibondo.
QUADRO QUARTO Nella Soffitta. Rodolfo e Marcello ostentano indifferenza e felicità, ma in realtà rimpiangono le amiche perdute. Giungono Colline e Schaunard che recano una magra cena: pane e un’aringa. Simulando un ricco festino, i quattro buontemponi inscenano una buffa pantomima, cantando con umoristico brio. Ma l’animata scena è interrotta dall’arrivo di Musetta, che accompagna Mimì sofferente, è gravissima: sentendo prossima la fine ha voluto rivedere il suo Rodolfo e, per strada, ha incontrato Musetta. Rodolfo adagia Mimì sul letto e gli amici si prodigano per recarle qualche conforto: Musetta venderà i suoi orecchini, Colline impegnerà il suo pastrano. Rimasta sola con Rodolfo Mimì rievoca i momenti del loro amore e si stringe ancora, con infinita passione, all’unico uomo che ha amato. Rientrati gli amici, Mimì prende con gioia dalle mani di Musetta un manicotto che ella crede dono di Rodolfo e si assopisce. Musetta prega per la salvezza dell’amica; Rodolfo continua ad illudersi finché il contegno degli astanti gli rivela che Mimì si è spenta. Piangendo, si getta sul corpo della fanciulla invocandola disperatamente.