Avezzano. Cade la linea elettrica e la Avezzano – Pescara si blocca. La circolazione lunedì dalle 17 è stata interrotta nel tratto compreso tra Avezzano – Sulmona a causa di un guasto alla linea elettrica fra Cocullo e Celano-Ovindoli. “L’ennesimo caso di disservizio da parte di Trenitalia, non tanto per denunciare i disagi causati ai viaggiatori, quanto per mettere in evidenza aspetti collaterali, altrettanto gravi, perché tollerati da istituzioni competenti e dai cittadini in preda ad una sorta di assuefazione”, ha raccontato Giuseppe Ciotti, “in pratica ieri, il treno 23690 che parte da Roma tiburtina alle 16.30 per Pescara, si è fermato ad Avezzano per un guasto verificatosi il giorno precedente alla linea elettrica, provocando un ritardo di oltre 90 minuti. Si potrebbe dire che è abbastanza normale che una linea abbandonata a se stessa e che non è più soggetta alla normale manutenzione, cada a pezzi provocando disagi quotidiani. Quello che non è normale è che a questo disastro tecnico si sommino una incompetenza ed una indolenza del personale che lasciano allibiti. Infatti, ieri,arrivati a Carsoli, i passeggeri sono stati costretti ad un trasbordo dal treno elettrico che li aveva portati da Roma ad uno diesel, a causa della mancanza di energia elettrica. Ancora una volta i viaggiatori hanno assistito a scene frutto della disorganizzazione
più alta, con personale di Trenitalia che correva su e giù, con un treno in panne al primo binario che non consentiva, ai viaggiatori diretti verso Pescara, di accedere al secondo binario dove c’era l’altro treno che li aspettava, evocando ai più, le esilaranti vicende di Totò e Peppino. Ripartiti con 30 minuti di ritardo, i passeggeri, ancora alle prese con le valigie da sistemare, sono stati costretti ad una lunga sosta ad Avezzano dopodiché, sono stati avvertiti che non era possibile andare avanti. Il personale invitava i passeggeri a portarsi davanti la stazione ferroviaria dove sarebbero stati raggiunti da pulman sostitutivi che, nel frattempo, il personale competente stava chiamando chissà dove. (ma il problema non si conosceva dalla sera prima?). La cosa che però lascia costernati, è l’ indifferenza totale verso un argomento tanto delicato come quello dei trasporti, evidente segnale di decadenza e di involuzione dello stato di diritto. Mentre i cittadini subiscono le conseguenze delle discriminazioni occupazionali e del relativo abbassamento della qualità della vita dovuta al diverso grado di efficienza del servizio di trasporto pubblico esistente tra le regioni e i territori della Repubblica, Trenitalia probabilmente erogherà premi produttività ai coordinatori che hanno fatto risparmiare tanti soldi all’azienda tirando a campare ed evitando spese per servizi sostitutivi adeguati. Del resto, come non sottolineare che il senso di impunità dimostrato da Trenitalia responsabile di un servizio da”tempo di guerra”, sia determinato anche da una nuova percezione da parte dell’opinione pubblica e delle istituzioni preposte all’applicazione e al rispetto delle leggi, che sminuisce la gravità del reato di interruzione di pubblico servizio da parte di una impresa erogatrice? ( art. 331 C.p.)”.