Avezzano. Uomini del Corpo forestale dello Stato in incognito tra i terreni del Fucino per fermare chi brucia i resti di fitofarmaci e pesticidi. L’operazione contro il pericolo di inquinamento dovuto alla combustione dei veleni anticrittogamici è stata disposa in concomitanza con l’inizio dell’attività agricola stagionale. Con l’aumentare delle temperature i campi del Fucino vengono scoperti dai teli di protezione e iniziano i trattamenti chimici sulle colture. Allo stesso tempo, però, torna il pericolo inquinamento a causa di agricoltori irresponsabili che incendiano i contenitori vuoti carichi di diossina e di sostanze velenose, oltre che tossiche, pericolosissime per la salute dei cittadini e per la genuinità dei prodotti agricoli. Lo scopo è disfarsene senza passare per le vie ufficiali e senza consegnare il materiale alle società specializzate e addette alla raccolta di rifiuti pericolosi. Molti agricoltori forse sono disinformati e non sanno che tali prodotti pericolosi possono essere consegnati gratuitamente alla società di raccolta rifiuti tramite prenotazione del ritiro. Il fenomeno, secondo la Forestale, se pur pericolosissimo è stato contenuto dai controlli del personale del Corpo forestale dello Stato, ma l’assenza di vegetazioni o di edifici nella Piana del Fucino rende difficile cogliere con le mani nel sacco i trasgressori perché, alla vista dell’auto di pattuglia, i colpevoli si dileguano oppure evitano dare il via al rogo fino a quando non hanno via libera. Alla fine di aprile si era tenuto un incontro tecnico-istituzionale voluto dal presidente della Provincia Antonio del Corvo incentrato proprio sulla questione dei rifiuti abbandonati e bruciati nel Fucino.