Avezzano. Il convegno sulle conseguenze del gioco d’azzardo di sabato 21 giugno ad Avezzano ha visto la partecipazione di numerose famiglie e professionisti interessati ad approfondire gli aspetti normativi e sociali di un fenomeno che sta aggredendo negativamente anche i più giovani. Da alcune ricerche del 2013 riguardante la spesa pro capite per il gioco d’azzardo nelle varie Regioni italiane, è emerso che l’Abruzzo si trova al primo posto con una spesa pari al 5% del reddito per slot, gratta e vinci, videopoker e giochi online. Dal 2004 la spesa è decuplicata, segno chiaro che la liberalizzazione non ha solo fatto emergere parte del sommerso illegale ma anche fomentato il fenomeno. Alberto Bisciardi, Presidente del Rotary Club Avezzano, che ha organizzato il convegno insieme all’Associazione Centro ELIS, ha introdotto i lavori sottolineando l’importanza di affrontare temi di attualità a tutela delle famiglie. Il sindaco di Avezzano Giovanni Di Pangrazio ha annunciato una serie di interventi formativi nelle scuole, rivolti anche ai bambini, per prevenire la dipendenza dal gioco d’azzardo. Il Prefetto dell’Aquila, Francesco Alecci ha invitato a non disinteressarsi del problema quando non si è coinvolti direttamente: Da che parte stiamo? – ha domandato – Il fenomeno è lievitato notevolmente, purtroppo promosso dallo Stato, e questo è un dato preoccupante. Ma un cittadino non può restare indifferente ed è tenuto ad agire supportando anche iniziative legislative che puntino a limitare i rischi del gioco d’azzardo. Passando la parola all’on. Paola Binetti, neuropsichiatra infantile e docente universitario, ne ha citato la proposta di legge presentata in Parlamento. La deputata, autrice del libro “Quando il gioco non è più un gioco e diventa un affare maledettamente serio”, ha illustrato il percorso di approvazione della sua proposta in discussione in queste settimane. Partendo dalla normativa vigente, ha lo scopo di incrementarne le disposizioni a tutela del cittadino, in modo da ridurre i rischi di dipendenza: avvisi sulle macchine da gioco, distanza da luoghi sensibili come scuole, banche, chiese, maggiore severità nella proibizione ai minori. Ha ricordato che non si usa più il termine ludopatia perché poco incisivo e troppo ambiguo, in quanto mette sullo stesso piano il “ludus” che indica qualsiasi forma di gioco (anche infantile) e l’azzardo che consiste nello spendere somme nella speranza di guadagnare affidandosi al caso.
Adelmo Di Salvatore, direttore del Servizio Aziendale delle Dipendenze ASL1 Abruzzo, ha affermato che ogni cittadino abruzzese (inclusi i lattanti e i centenari) nel 2012 ha speso in media 1.400 € in giochi d’azzardo e lotterie: il modo più sicuro di vincere è “non giocare”. Tutti i giochi – ha aggiunto – sono a vantaggio del banco per cui alla lunga si perde sempre. Non c’è una predisposizione genetica al gioco ed è meglio non cominciare mai l’azzardo: il gioco responsabile è una trappola. Per intervenire con efficacia occorre agire contemporaneamente nelle varie dimensioni: l’approccio ecologico-sociale ai problemi azzardo-correlati, senza alcun medicinale e a costo zero, coinvolgendo le famiglie, ha prodotto risultati molto positivi.
Nel moderare il convegno e il dibattito Michele Crudele, direttore dell’Associazione Centro ELIS e coordinatore del portalewww.ilFiltro.it per la difesa dei minori in rete, ha ricordato che lo Stato ha la possibilità di intervenire per limitare i danni del gioco d’azzardo, come già interviene nel bloccare le scommesse su siti Internet stranieri (perché non pagano le tasse in Italia). Dovrebbe farlo in modo coerente senza paura di ridurne il gettito fiscale: i soldi risparmiati dalla famiglie potranno da queste essere investiti in acquisti di beni di consumo e in attività produttive che generano anch’essi introiti per lo Stato.
Domenico e Nunzia, ex giocatori, hanno narrato le loro vicende personali e come sono usciti dal vortice del gioco d’azzardo grazie all’Associazione di Auto Mutuo Aiuto EcoA.M.A. Abruzzo.
Nazzareno Di Matteo, gestore del centro sportivo Pinguino Village dove si è svolto il convegno, ha chiuso la serata invitando a moltiplicare gli eventi aperti alla cittadinanza su argomenti di grande interesse sociale.