Avezzano. Sul caso delle modelle che si cambiavano in Tribunale di Avezzano, con la foto finita sulla pagina Facebook della giornalista Selvaggia Lucarelli e commentata da centinaia di persone, interviene il personale dello staff che racconta la sua verità su quella serata.
“Dopo tutta una serie di stupidaggini ripetute e commentate senza alcun senso”, spiegano, “vogliamo raccontarvi come siano andate effettivamente le cose. Anche perché l’evento, pubblico, si è svolto davanti a centinaia di spettatori accorsi in via Corradini”. All’evento erano presenti anche collaboratori di MarsicaLive. “Era l’11 luglio e il Palazzo di Giustizia è stato solo la straordinaria scenografia naturale della kermesse! Sciocca e strumentale dunque la polemica scoppiata dopo due mesi dalla bellissima serata di beneficenza organizzata ad Avezzano con grande professionalità e che ha riscosso tantissimo successo. Questa tardiva e inutile polemica”, spiegano, “è stata scaturita da chi si lascia travolgere e coinvolgere da ‘scoop’ inesistenti che nulla hanno a che vedere con il giornalismo. Gettare discredito “selvaggiamente” (ndr il riferimento è a Selvaggia Lucarelli) o sparlare delle altrui iniziative senza sapere neanche minimamente di cosa si stia parlando non è giornalismo. E’ pettegolezzo fine a se stesso”.
Lo scorso luglio”, raccontano gli organizzatori, “ad Avezzano si è deciso di organizzare un evento che già nel 2012 aveva riscosso moltissimo successo di critica e di pubblico: una serata di Gala avente sia l’obiettivo di fare beneficenza, sia la disquisizione dell’annosa questione della ventilata soppressione del Palazzo di Giustizia cittadino. In occasione della prima edizione con i fondi raccolti è stato acquistato un defibrillatore, apparecchiatura medica ubicata nella caffetteria antistante il Tribunale e che è al servizio di quanti dovessero essere colpiti da un ‘attacco di cuore’. Nella seconda edizione invece, quella dello scorso mese di luglio, è stato affrontato il tema della ‘prevenzione oncologica femminile’ raccogliendo ben mille euro che sono stati devoluti ad un bimbo sfortunato e gravemente malato. L’assegno è stato consegnato pubblicamente a una autorevole dottoressa del Policlinico Gemelli invitata ed intervenuta alla manifestazione. Così come erano presenti all’evento il Presidente del Tribunale, alcuni magistrati, avvocati, operatori di giustizia e culturali della città, il sindaco, il vice sindaco e alcuni assessori.
Ovviamente per calamitare l’attenzione del pubblico (le persone accomodate ai tavoli, erano graditi ospiti di un’elegante cena di gala in beneficenza), si è dovuto pensare ad un evento che contemplasse alcune ‘branche’ dello spettacolo: la musica, la danza, l’arte, la moda, il volontariato ecc. ecc”.
Poi i ragazzi dello staff passano a commentare la foto incriminata: “Quella foto finita sott’inchiesta gratuitamente e grazie al travisamento e all’erronea valutazione dei fatti e della realtà, è stata scattata gioiosamente e senza malizia alcuna da quanti ‘allegramente’ partecipavano ad uno dei momenti moda previsti nello spettacolo. Le ragazze ritratte sono in una stanza del palazzo di giustizia e non sullo scranno del Giudice a bivaccare in dispregio della ‘sacralità’ del luogo: il Tribunale, ovvero quel tribunale al quale sono state dedicate interamente le due edizioni della manifestazione per contribuire a scongiurare platealmente la soppressione dello stesso”. Secondo la loro posizione è stata “vergognosa la strumentalizzazione che si è fatta fin qui, fomentando pettegolezzi e chiacchiericci che nulla hanno a che fare con la realtà. Tutti gli artisti che si sono esibiti hanno fruito dell’androne e degli ingressi per potersi cambiare d’abito ed indossare così il costume di scena, ma nulla è stato fatto in dispregio del luogo. Peraltro, qualora fosse necessario rammentarlo, il tribunale a quell’ora era chiuso al pubblico. Vi era all’interno un custode che vigilava serenamente ma severamente e dei professionisti chiamati a svolgere le loro mansioni: acconciatori, truccatori, cantanti, ballerini e indossatrici. La serata non ha previsto alcun defilé di intimo, ma costumi da bagno. Solo una delle boutique partecipanti e che proponeva capi casual e sportivi ha infatti inserito unicamente un capo della moda mare: nulla di osceno, né di scandaloso, né di riprovevole dunque.
Come si può strumentalizzare una così lodevole e ben riuscita iniziativa”, concludono dallo staff, “‘sparando’ violentemente una foto sul web ed inserendo una didascalia disdicevole e “selvaggia”, al solo scopo di poter fare a fine giornata la conta dei vari ‘Mi piace’ e di quanti commenti (spesse volte sconclusionati), siano stati apposti.
La signorina in questione, la ‘giornalista’ milanese”, concludono i ragazzi dello staff, “anche se la perdoniamo comunque, dovrebbe scusarsi per aver prestato il fianco a questa vicenda”.