Capistrello. C’era anche un basista i valle Roveto nel traffico internazionale di droga fermato dai carabinieri e dalla procura distrettuale di Roma. Si tratta di G.B., 28 anni, albanese, residente a Capistrello, arrestato con l’accusa di detenzione a fini di spaccio di sostanze stupefacenti. Il Comune dove il giovane viveva era una delle basi di raccordo per il passaggio della cocaina utilizzate dal clan di albanesi che aveva la sede centrale a Udine.
L’operazione K 2009, gestita dal comando provinciale dei carabinieri di Udine, è riuscita a fermare un traffico di cocaina da 50 chili all’anno, con 9 persone arrestate in flagranza di reato, la cattura di un latitante internazionale che girava in Italia con documenti falsi, ricercato per tentato omicidio plurimo e condannato in Albania a 15 anni di carcere, con 49 deferiti, 30 perquisizioni eseguite, 12 chili di cocaina sequestrati, 11 ordinanze di custodia cautelare. L’albanese di Capistrello è stato trovato in possesso di 55 grammi di marijuana nascosti in una rimessa di legna e di cartucce non denunciate che erano nella sua abitazione.
La Procura distrettuale di Roma, in collaborazione coi comandi provinciali di Roma, Milano, Brescia, Verona, Prato, La Spezia, L’Aquila, Ancona, Bolzano, Verbania e Pisa, ha impegnato 150 carabinieri in tutto il Paese, più le forze speciali. Coinvolte anche le polizie di Germania, Albania, Olanda e Inghilterra. Attivi l’Interpol e la Direzione centrale per i servizi antidroga di Roma. Le ricerche comunque proseguono, visto che i capi dell’organizzazione devono ancora essere presi.
Dalle indagini su un clan di albanesi di Udine ci si è spostati a Brescia, dove è stato identificato un gruppo di criminali, sempre originario della repubblica balcanica, dallo spessore internazionale, con una forte vocazione familistica. Gli uomini dell’Arma hanno raccontato di metodologie di comando e di gestione del gruppo intrise di ferocia e violenza. La famiglia, fortemente radicata sul territorio, si è poi spostata Roma, dove ha attivato un traffico di polvere bianca a livello nazionale e internazionale. Osservando la loro azione sono state individuate attività in 26 località italiane, tra le quali Desenzano del Garda, Peschiera, Milano, La Spezia, Ancona, Volterra, Roma e L’Aquila.
Da Roma la famiglia teneva i contatti con le pertinenze di Tirana, dove venivano trasferite grosse somme di denaro, e Amsterdam. Dalla capitale olandese arrivava la materia prima, tramite degli inglesi di origine albanese, che la trasportavano servendosi di auto noleggiate in Gran Bretagna, nelle quali venivano ricavati dei doppi fondi. Scendendo dai Paesi Bassi passavano in tutte le basi logistiche a nord di Roma – La Spezia, Quarto d’Altino (Venezia), Pioltello (Milano), Senigallia (Acona), Prato e quindi Capistrello – per poi arrivare nella capitale.
I reati perseguiti sono associazione a delinquere finalizzata al traffico di stupefacenti e produzione e traffico illecito di stupefacenti. Si tratta di fattispecie di carattere transnazionale, che si sono verificate fra più nazioni. Tre i sequestri principali: il primo a Prato nel novembre del 2010, dove sono stati trovati 2 kg di cocaina, poi a Pioltello nel febbraio del 2011 e a Vipiteno (Bolzano) – 6 chili – nel marzo del 2011.