Sante Marie. José Borjès, l’eroe e generale catalano ricordato ieri nella tradizionale rievocazione in costume alla Cascina Mastroddi, dove fu catturato per essere poi fucilato a Tagliacozzo l’8 dicembre 1861. L’evento ha visto la partecipazione di storici e studiosi di quei fatti che segnarono uno spartiacque per la storia dell’Italia. Dopo anni di revisionismo storico, Borjes oggi viene ricordato come una figura eroica e valoroso, e non come un brigante, come veniva definito dall’esercito italiano secondo cui era alla guida di una banda impegnata a rovesciare il legittimo governo. Il suo coraggio e la sua lealtà è stats poi accertata a livello documentale e oggi è diventato un personaggio leggendario, un uomo d’onore. Con i suoi soldati si batté fino all’ultimo respiro, tanto che per stanarlo dalla Cascina in cui si era rifugiato, e dove ieri si è tenuta la rievocazione di Sante Marie, fu necessario incendiare l’edificio. Ieri, nel corso di un convegno nella sala consigliare di Sante Marie, alla presenza del sindaco Lorenzo Berardinetti e di Giovanni Salemi, Presidente dell’Istituto di ricerca storica delle Due Sicilie, è stata ricostruita la vicenda storica. C’è stata anche la visita al museo del Brigantaggio e dell’Unità d’Italia e a seguire la cerimonia alla cascina dove venne ucciso Borjes. Alle 11.30 si è tenuto un convegno nella sala consiliare. Sono intervenuti, oltre al sindaco, lo storico Fulvio D’Amore, Valentino Romano, Angelo Bernardini, Alessandro Romano e Pietro Golia. Ha moderato Roberto Della Rocca. Nel pomeriggio c’è stata una cerimonia a Tagliacozzo dove si trova il busto del generale catalano. Recentemente è saltato fuori un rapporto delle truppe dei Savoia secondo cui la morte del generale catalano era stata decretata già a settembre, allo sbarco a Brancaleone, dal generale Lamarmola del sesto dipartimento di Napoli. Il maggiore Enrico Franchini, infatti, che guidava i bersaglieri sabaudi autori della cattura avvenuta grazie a un tradimento, stilò infatti un rapporto non ufficiale, poi nascosto, e oggi pubblicato nel libro di Fulvio D’Amore dal titolo “Uccidete Josè Borjes!”. Un ritrovamento importante perché in quelle righe c’è un ordine noto già mesi prima della cattura. Franchini, lungo il tragitto per Tagliacozzo, dove avvenne la fucilazione, offrì a Borjès la salvezza per ben cinque volte in cambio del tradimento, e altrettante volte lui rifiutò. Alla rievocazione c’era un drappello bandiera dei soldati del Regno delle Due Sicilie in picchetto d’onore vicino al cippo commemorativo, i “briganti” in costume d’epoca, sostenitori dei comitati delle Due Sicilie e delle associazioni neoborboniche.