Avezzano. Domenica 18 Novembre 2012 si sono svolte le gare di ju-jitsu fighting system a Montenero di Bisaccia (CB) valide per la coppa italia centro sud. L’associazione Hasu ju jitsu ryu di Avezzano ha partecipato alla competizione con sette atleti guidati dal Maestro Collalto Domenico e da i tecnici Ciofani Francesco e Icorne Cesidio, riportando straordinari risultati:
Sara Palleschi 1° classificata medaglia d’oro
Agnese Saraceni 1° classificata,medaglia d’oro
Luca Persia 1° classificato, medaglia d’oro
Elisa Fosca 2° classificata, medaglia d’argento
Alessandra Mascitti 2° classificata, medaglia d’argento
Fabrizio Scipioni 3° classificato,medaglia di bronzo
Marco Persia 4° classificato
I ragazzi della palestra ”Lo zen” hanno totalizzato un complessivo di 64 punti aggiudicandosi la 10° posizione nella classifica per squadre. La giornata mondiale contro la violenza maschile sulle donne, che si celebra il 25 novembre, «non deve essere una ricorrenza retorica e in qualche modo rituale»,per questo motivo l’asd hasu ju jitsu ryu del M° Collalto Domenico si è impegnata ormai da diversi anni alla tutela delle donne attraverso l’insegnamento della difesa personale con corsi specifici dedicati ad esse.
Il ju jitsu (柔術) è un’antica arte marziale giapponese di cui si hanno notizie certe solamente a partire dal XV il cui nome deriva da “ju” (“flessibile”, “cedevole”, “morbido”) e jitsu (“arte”, “tecnica”, “pratica”); arte della cedevolezza. Un tempo era praticato dai Samurai (guerrieri), che se ne servivano per giungere all’annientamento fisico dei propri avversari, provocandone anche la morte, a mani nude o con armi. In un paese come il Giappone, la cui storia fu un susseguirsi di continue guerre tra feudatari, il ruolo del guerriero rivestì una particolare importanza nella cultura popolare, e con esso il Ju Jitsu. Con l’instaurarsi dello Shogunato Tokugawa (1603-1867), il Giappone conobbe un periodo di relativa pace: fu questo il momento di massimo sviluppo del Ju Jitsu, poiché, privi della necessità di combattere e quindi di mantenere la segretezza, fu possibile per i vari Ryû (Scuole) organizzarsi e classificare i propri metodi. Anche la gente comune cominciò ad interessarsi e a praticare quest’arte poiché la pratica portava un arricchimento interiore dell’individuo. Il ju jitsu divenne quindi, uno sport di difesa personale che basò i suoi principi sulle radici del nome originale giapponese: Hey yo shin kore do, ovvero “Il morbido vince il duro”. In molte arti marziali infatti, oltre all’equilibrio del corpo, conta molto anche la forza di cui si dispone. Nel jujitsu, invece, la forza della quale si necessita proviene proprio dall’avversario. Più si cerca di colpire forte, maggiore sarà la forza che gli si ritorcerà contro.