Avezzano. Studenti di Ragioneria e del Itg in rivolta a causa dei riscaldamenti fuori uso. Un’altra protesta era stata messa in atto due settimane fa, ma il problema non è stato risolto. “Siamo stanchi”, affermano gli studenti che questa mattina si sono rifiutati di entrare in classe, “non ci danno spiegazioni e non capiamo come mai dopo tutto questo tempo ancora non viene risolto il problema. Chiederemo conto dei giorni di scuola persi a causa di questa disorganizzazione grave”. Però, secondo gli studenti, i termosifoni degli uffici del personale sono perfettamente funzionanti. Solo quelli però.
L’Istituto tecnico commerciale e quello per Geometri a causa dell’impianto di riscaldamento non funzionante è un vero igloo. La volta scorsa un corteo spontaneo era stato sciolto dalla polizia. “Ci avevano detto che non era stato organizzato”, spiegano i ragazzi, “ma come facciamo a prevedere quando i termosifoni sono freddi e quando sono funzionanti?”. Questa è una situazione paradossale e qualcuno dovrà risponderne”.
“Si tratta di un problema che non è nuovo”, spiegano Valerio Castellani, Diego Tomassetti e Francesca Sorgi, “non sappiamo quale sia in realtà la difficoltà a sistemare l’impianto. E’ certo, però, che è necessario fare qualcosa per evitare questo tipo di disservizio”.
“E’la terza volta che ci troviamo alle 8 del mattino con i termosifoni spenti e di conseguenza le aule sono gelate”, spiega Valerio Castellani, “per colpa di questo malfunzionamento stiamo perdendo ore di lezione importanti, ma ci rifiutiamo di piegarci a questa vergogna”.
“Non chiediamo tanto”, aggiunge Francesca Sorgi, “vogliamo solo essere rispettati noi come studenti e vogliamo far rispettare i nostri diritti. Fino ad oggi nessuna spiegazione ci è stata data solo scuse incolpando la provincia, quando invece hanno fatto un impianto al risparmio”.
“Il dirigente non può arrabbiarsi con noi”, sottolinea Diego Tomassetti, “anche perché suppongo che neanche a lei faccia piacere lavorare al freddo e al gelo. Quello che ci fa rattristare è l’atteggiamento dei docenti che pur di lavorare si piegano a questi soprusi”. “Chiediamo spiegazioni alla scuola e alla provincia”, conclude Castellani, “se tale situazione perdurerà saremo costretti a scioperare e magari manifestare”.
La volta scorsa, la polizia ha prima mandato i ragazzi nei giardini di piazza Torlonia, e poi ha fatto sciogliere l’assembramento. “Per questioni di ordine pubblico ci hanno detto”, racconta uno dei ragazzi, “ma non stavamo creando alcun problema. Il vero problema lo stanno creando a noi”.