Avezzano.Scatta la protesta dei camici bianchi per la vicenda dei licenziamenti dei precari. Nel corso di un’accesa assemblea dei medici, questa mattina all’ospedale di Avezzano è stata fissata una manifestazione davanti al Comune per giovedì mattina alle 10. I medici, in vista del licenziamento a fine mese di 329 precari della Asl di Avezzano Sulmona L’Aquila, chiedono l’intervento immediato della politica per evitare l’interruzione dei servizi minimi di assistenza. Un provvedimento che causerà la chiusura di reparti e l’interruzione di importanti servizi ai pazienti. Basti pensare che novanta medici ospedalieri precari andranno a casa, ventinove dei quali assicurano servizi strategici nell’ospedale di Avezzano. Il pronto soccorso, già in condizioni di organico precarie, perderà addirittura sei medici, le sale operatorie, attualmente sull’orlo del collasso, perderanno tre anestesisti, l’unità di terapia intensiva coronarica due cardiologi. Tutto ciò a causa dell’esaurimento del tetto di spesa a disposizione degli assunti a tempo determinato. Medici e sindacati chiedono da giorni un intervento urgente del presidente della regione Gianni Chiodi affinché si attivi nei confronti del Governo per chiedere e ottenere una proroga alla legge Brunetta, che dimezza i fondi per i precari rispetto al 2009. In un comunicato i medici spiegano che «Tra pochi giorni gli ospedali della Marsica, in particolare l’Ospedale di Avezzano, si troveranno a dover fronteggiare una situazione di estrema emergenza procurata dal mancato rinnovo dei contratti per molti dipendenti precari, in particolare medici, infermieri, tecnici specializzati e personale ausiliario. Il destino dell’Ospedale di Avezzano ed il diritto della popolazione ad avere cure dignitose si stanno consumando nel silenzio e nell’indifferenza di tutti. Nessuno», continuano i medici in un comunicato, «tra giornali, televisioni, organismi sindacali e politici eletti, ha saputo o voluto dare il giusto rilievo a questa notizia spiegandone le gravi conseguenze a breve e lungo termine. Questa indolenza, che speriamo non sia dolosa, potrebbe causare danni irreparabili per la sanità nel territorio marsicano. Dopo la cancellazione dalla sanità regionale degli Ospedali di Pescina e Tagliacozzo ove sono stati eliminati molti posti letto», continuano, «dopo il fallimento della già dimenticata Clinica “Santa Maria” (con 85 dipendenti che hanno perso il lavoro) e dopo la chiusura di fatto della unità operativa di Neurochirurgia ad Avezzano, questi ulteriori tagli al personale produrranno ancor più disagi per l’intera cittadinanza. L’ospedale di Avezzano, già al momento congestionato per le attuali carenze, non sarà più in grado di offrire neppure i livelli minimi di assistenza». L’Azienda ASL perderà 385 dipendenti con contratti a termine, 90 unità nel solo Ospedale di Avezzano, in attesa di stabilizzazione da anni, nonostante promesse e buoni propositi. Per i medici dell’ospedale di Avezzano, inoltre, «il drammatico licenziamento di infermieri, tecnici, medici, personale ausiliario è l’ennesimo sfregio che porterà gravissime conseguenze:
– gestione sempre più critica delle emergenze-urgenze
– collasso del Pronto Soccorso
– allungamento delle liste di attesa per trattamenti oncologici, interventi chirurgici, visite ed esami specialistici
– sospensione delle attività di assistenza domiciliare
– perdita o accorpamento di reparti e disponibilità di posto letto per il ricovero.
In queste condizioni l’assistenza sanitaria per tutti i cittadini della Marsica diverrà talmente scadente da costringer loro a rivolgersi ad altri centri e regioni per ottenere il diritto alla salute previsto dalla Costituzione. Questo diritto appartiene a tutti noi e dobbiamo pretendere dalle Istituzioni e dalle forze politiche la positiva soluzione di questo grave dramma sociale, mantenendo in servizio tutto il personale qualificato e stabilizzando i loro rapporti di lavoro, anche e principalmente al fine di garantire il pieno diritto alla salute pubblica. Ci appelliamo a tutti i Cittadini affinchè prendano coscienza che è arrivato il momento di ribellarci alle continue ingiustizie nei confronti del territorio marsicano che tanto ha dato e così poco ha ricevuto».