Luco. Aggressioni, interventi di soccorso, calci, pugni e coltellate. E’ ancora lontana la verità sulla notte di Luco dei Marsi, che ha portato al ferimento di un giovane di Trasacco, ma anche due residenti E.K. e di F. P., nipote del sindaco, a finire sotto indagine. Arrivano però nuove rivelazioni nella vicenda.
La stessa sera avvenne un altro inquietante episodio di violenza. Un marocchino fu picchiato a sangue, finendo in ospedale. Due casi distinti ma che vedono coinvolto, non è chiaro ancora a quale titolo, un agente di polizia del commissariato di Avezzano, il figlio del sindaco Domenico Palma, ex vicecommissario della squadra anticrimine dello stesso commissariato. Il giovane non è indagato.
Nel primo caso, quello dell’accoltellamento, intanto, emergono nuovi particolari della vicenda e arrivano dalla memoria difensiva di uno degli indagati e dalla presa di posizione dei legali degli indagati.
Secondo il racconto di E.K., difeso dall’avvocato Carlo Polce, quella sera sembrava una come tante. Lui stava camminando per una via del paese. Il suo amico, F.P., si era allontanato. Mentre percorreva la strada a piedi, sempre secondo il suo racconto, avrebbe incrociato lo sguardo con un giovane, forse il trasaccano finito in ospedale con tre coltellate all’addome. Per questione di sguardi, appunto, i due si sarebbero insultati, e il giovane di Luco sarebbe stato colpito con un pugno, finendo a terra. A quel punto sarebbe sopraggiunto il suo amico e ci sarebbe stata una colluttazione con l’aggressore. Solo in quel momento, richiamato dalle urla, sarebbe arrivato il poliziotto che avrebbe separato i due in lite, cioè il cugino e l’altra persona, che si sarebbe allontanata.
Un racconto poco conforme a quello del trasaccano che aveva parlato di un’aggressione vera e propria da parte di più persone.
Sul secondo episodio, invece, non ci sarebbero ancora indagati e la denuncia del marocchino sarebbe contro ignoti. Il suo racconto, parla di un’aggressione vera e propria con tre persone scese da un’auto, in stile punitivo, e la testimonianza di un suo amico connazionale parla della presenza del giovane poliziotto sul luogo. Secondo la difesa del luchese, rappresentata dall’avvocato Leonardo Casciere, la testimonianza raccolte “hanno il sapore di una vendetta nei confronti del giovane poliziotto figlio del sindaco che tempo addietro aveva svolto indagini nei confronti del marocchino che ha affermato di averlo visto sul posto quella sera”. Insomma, la vicenda è ancora tutta da chiarire. Sul caso dovranno fare chiarezza gli agenti del commissariato di Avezzano e della squadra anticrimine e la procura di Avezzano. Titolare dell’inchiesta è il sostituto procuratore della Repubblica Guido Cocco.