Carsoli. Torna ad essere protagonista di una ennesima tragedia il Viadotto di Pietrasecca sulla A24 conosciuto ormai da tempo come Ponte della morte, a causa dei numerosi suicidi che vi si sono verificati. Nella mattinata odierna, infatti, un uomo sulla apparente età di 45 anni, ha lasciato la sua autovettura al bordo della carreggiata in direzione Teramo e si è lanciato nel vuoto. Le operazioni di recupero della salma sono risultate molto difficoltose, a causa delle caratteristiche impervie della zona boschiva sottostante, e si sono concluse nel primo pomeriggio. Il corpo della vittima è stato trasportato presso l’obitorio dell’Ospedale di Avezzano, ed è stata disposta l’autopsia da parte del Magistrato. Dopo alcune ore gli inquirenti sono riusciti a risalire all’identità dell’uomo, si tratta di Giuseppe Liani, nato e residente nella capitale romana. Ora gli investigatori stanno ricostruendo l’accaduto, sono quindi in corso le verifiche degli orari di ingresso nel casello autostradale di Roma est, per determinare quanto più possibile le dinamiche. L’autovettura del suicida è stata rimossa dalla carreggiata della A24 ed è a disposizione delle autorità per i rilievi di rito, ma non sono stati rinvenuti biglietti o messaggi contenenti spiegazioni relative al tragico gesto compiuto. Molto si è parlato in passato di queste tragedie e per scongiurare tali fatti, la stessa soc. Strada dei Parchi fece installare anni or sono, barriere protettive lungo tutto il perimetro del ponte. Da allora ad oggi, in effetti i suicidi hanno avuto una incidenza minore, rispetto agli anni novanta. Il fatto più eclatante si verificò nel 1995 con l’insano gesto collettivo che riguardò l’intera famiglia Baracchi, madre e tre figli tutti adulti misero fine alla loro esistenza precipitando tutti insieme. Al di fuori dei fatti di cronaca, resta l’interrogativo su come una o più persone possano essere spinte a compiere questi gesti, sicuramente relativi a condizioni sociali disagiate, o all’insorgenza di problematiche poco risolvibili. Sicuramente non possiamo farci nulla, ma una società che cresce deve almeno interrogarsi sulle modalità di interventi, che siano utili a prevenire tali tragedie. (d.i.)