Avezzano. La linea ferroviara Avezzano-Roma è diventata ormai teatro di disagi e sciagure quotidiane. L’ultima in ordine di tempo è stata vissuta in prima persona da due universitari che, dopo una settimana di studio, stavano tornando a casa. Rocco Venettacci e Davide Del Gusto ci hanno raccontato la loro disavventura iniziata alla stazione di Roma Tiburtina.
“Nuova, moderna ed efficientissima stazione di Roma Tiburtina. È mezzogiorno, l’aria è ferma e c’è un sole cocente. Biglietti per Avezzano fatti. Ed ecco l’immancabile imprevisto: le scale che portano ai binari del Piazzale Est. Se si insegnasse a costruire barriere architettoniche questa mirabile opera dell’ingegno umano sarebbe da esempio per i futuri ingegneri e architetti: una trentina di scalini con i corrimano laterali… e basta. Una signora sulla sessantina si ferma a metà gradinata stremata dalla valigia che è costretta a trascinare fin sopra l’ambito binario. La aiutiamo e arrivati in cima ci accorgiamo che la stessa aveva già portato altri due ingombranti bagagli, peraltro lasciati incustoditi. Dopo la fatica il caldo si fa sentire sempre di più. Eccolo il famigerato Piazzale Est! Ma attenzione, si intravede una autopompa dei Vigili del Fuoco in prossimità del binario 2 Est… Sarà qualche controllo al cantiere attiguo. La presenza sulla banchina di Polizia e dipendenti Trenitalia e RFI non promette nulla di buono: c’è letteralmente puzza di bruciato. È il treno per Lunghezza fermo al 2 Est che ha preso fuoco (sicuramente poco prima di arrivare a destinazione). Sono le 12:40 e sul binario 1 Est c’è un treno che normalmente dovrebbe essere quello diretto a Pescara delle 12:45. E invece no! È quello per Tivoli delle 12:36 che partirà con quindici minuti di ritardo. Arriva alle 12:50 un nuovo treno sul binario 1 Est: la voce della stazione annuncia che trattasi della tradotta per Pescara Centrale. Saliamo finalmente sul nostro vagone, sistemiamo le valigie e insieme ad altre persone riusciamo ad accomodarci. Stavolta si parte! Ma neanche per sogno! “Questo treno è per Lunghezza, eh!”, tuona il capotreno dal finestrino, “quello per Pescara partirà alle 13”. Di corsa riprendiamo i bagagli e scendiamo dal treno che parte qualcosa come dieci secondi dopo. Arriva l’una e la voce annuncia la partenza del treno 7330 per Pescara Centrale dal binario 1 Est che fermerà a Carsoli e Tagliacozzo, prima di Avezzano. C’è un solo problema: manca il treno. Alle 13:05 la voce NON automatica annuncia che “solo per oggi il treno per Pescara Centrale effettuerà fermate con servizio viaggiatori anche alle stazioni di Lunghezza, Bagni di Tivoli, Guidonia, Marcellina e Tivoli”. Incredulità e sconforto tra tutti i presenti sulla banchina. Alle 13:10 finalmente arriva questo sudatissimo convoglio. Con meno vagoni rispetto ai precedenti (per Lunghezza e Tivoli!) ma con più gente che lo aspetta. Saliamo: treno affollatissimo! Troviamo fortunatamente due posti, ma molta gente è costretta a rimanere in piedi. Partiamo. Come annunciato ci fermiamo brevemente a Lunghezza, e poi a Bagni di Tivoli (13:28), a Guidonia (13:35), a Marcellina ed infine a Tivoli. E sono le 13:49. L’immancabile coincidenza di otto minuti a Roviano ci fa arrivare a Carsoli con un ritardo di diciannove minuti. La naturale richiesta che ogni pendolare/studente/avventore/neofita delle ferrovie fa a Trenitalia (che pare gestisca la stazione Tiburtina) è almeno quella di inserire un ascensore o una scala mobile per gli anziani, i disabili, per chi porta valigie pesanti o passeggini, etc. La successione di ritardi scatenata dal treno guasto si sarebbe potuta evitare se i due binari Est fossero almeno collegati agli altri binari della stazione Tiburtina così da poter trasferire arrivi/partenze dei treni (eventualmente guasti) su altri binari. A questa situazione da Terzo Mondo aggiungiamo anche altre contingenze: il disastro ATAC, con la metro debordante persone e che passano ogni morte di papa, con file anche di venti minuti per comprare un biglietto dall’unica macchinetta automatica rimasta superstite dopo la rottura delle altre due, il caldo soffocante della Capitale, i continui ritardi e disagi ormai noti che Trenitalia offre ai suoi clienti, l’impossibilità per molti di scegliere servizi alternativi dati i costi sempre più proibitivi dell’ARPA, dei carburanti e delle autostrade. Se non considerassimo le assurdità della linea (binario unico, attese assurde per le coincidenze, treni antidiluviani) il trasporto su ferro offrirebbe un servizio conveniente, comodo e veloce. Ma a quanto pare a Trenitalia non interessa attrarre i possibili clienti che invece preferiscono viaggiare in auto e in autobus. Interessasse alla Nuovo Trasporto Viaggiatori?!”