Luco. Festa di Sant’Antonio in paese con il vescovo dei Marsi, Pietro Santoro, che benedice i trattori e i prodotti della terra. Quella di ieri a Luco è stata una vera festa dell’agricoltura. Il vescovo ha condannato il lavoro nero perché “non risponde al piano sinergico di Dio per l’uomo”. Ha poi invitato i giovani a “tornare a innamorarsi della terra e a lavorare la terra”. Il fuoco che ardeva in piazza Umberto I ha illuminato i trattori disposti davanti alla chiesa di San Giovanni Battista. Dopo la tradizionale benedizione del fuoco e dei trattori del vescovo Santoro, accompagnato dal vice parroco di Luco, don Giuseppe Silvestrini, è iniziata la distribuzione dei “cicerocchi” e della pasta e fagioli. A sottrarli per un giorno dalle terre del Fucino sono stati i contadini accorsi numerosi per la festa a loro dedicata. L’agricoltura, da sempre tesoro per queste terre, è ritenuto dai contadini del Fucino riunitisi ieri a Luco “un dono del Signore” e per questo durante la celebrazione eucaristica sono stati portati all’altare come offerta i frutti della terra: carote, finocchi, insalata e radicchio. “L’agricoltura viene aggredita da una non giusta retribuzione a causa di una rete di monopolio che si è sviluppata nel corso degli anni”, ha spiegato il vescovo Santoro durante l’omelia, “non sono mancati e non mancheranno sostegni all’agricoltura ma purtroppo a volte questo settore è in crisi. Il lavoro è la dignità di ogni persona, la vocazione di tutti è la fedeltà al progetto di Dio che ci vuole al lavoro con devozione. Per questo”, ha continuato il vescovo dei Marsi, “quando l’uomo è privo del lavoro è annullato, è mortificato. Il lavoro realizza una sinergia predisposta da Dio sul versante dell’umanità. Una sinergia che deve essere di diritti e di doveri, ma mai di sfruttamento. In questa dimensione si crea pace nel lavoro. Perché come ha ricordato papa Benedetto XVI”, ha concluso Santoro, “le persone non sono dei numeri, e quindi dobbiamo vivere da cristiani non solamente con la preghiera ma anche con il lavoro”. La festa dell’agricoltura organizzata ieri a Luco dei Marsi, alla presenza delle associazioni di categoria, del presidente della Provincia dell’Aquila, Antonio Del Corvo, del sindaco di Avezzano, Antonio Floris, e di tanti primi cittadini marsicani, è stata anche un’occasione per ricordare le radici della Marsica, legate da sempre al lavoro della terra. “Questa festa è stata riscoperta da alcuni anni”, ha precisato il sindaco di Luco, Camillo Cherubini, “e ha richiamato sempre gli agricoltori di tutti i paesi del Fucino. È un modo simbolico per riscoprire la tradizione dell’agricoltura che fa parte della storia di Luco e degli altri paesi della Marsica orientale”.