Avezzano. Lo stabilimento italiano della Micron Technology è in una difficile situazione produttiva e industriale e rischia di dover trasferire importanti volumi produttivi in Giappone. Almeno secondo i sindacati, Fim, Fiom e Uilm che, sulla scorta di una eloquente comunicazione via email dei vertici Micron spedita ai dirigenti e ai Mit Team Members, hanno chiesto «un incontro urgente al fine di avere le opportune informazioni al riguardo». «A valle delle comunicazioni diffuse a mezzo posta elettronica a tutti i dipendenti dal direttore generale Riccardo Martorelli e dall’ex direttore generale Sergio Galbiati», sostengono le tre sigle sindacali, «circa l’andamento produttivo-industriale del sito di Avezzano, chiediamo un incontro che potrà avvenire congiuntamente a quello già chiesto dalla Rsu di stabilimento con la sola indicazione di effettuare la riunione in sede Micron». Il riferimento dei sindacati è a una comunicazione inviata da Martorelli e che parla senza mezzi termini di «una situazione divenuta drammatica». Paradossalmente, stavolta il problema non è la crisi del mercato, anzi. Le difficoltà sono nel produrre in linea e in modo adeguato con quanto richiesto dal mercato. In sostanza il problema sarebbe una difficoltà a raggiungere gli standard necessari per far fronte alle richieste di mercato. Infatti nonostante l’inserimento di otto carrellisti circa due mesi fa e di 52 nuovi operatori nelle ultime tre settimane, il passo della linea non è aumentato, anzi è calato. Rispetto a maggio dello scorso anno il personale in forza in clean room è aumentato, ma la movimentazione teoricamente richiesta è del 13 per cento più bassa di quella fatta a maggio. Tutto ciò creerebbe disappunto da parte di Aptina (per cui Micron produce sensori di immagine) che non riuscirebbe a concretizzare opportunità di mercato a causa di tali ritardi nonostante la loro domanda non ha ancora ecceduto la massima capacità produttiva dello stabilimento. Per non danneggiare ulteriormente ed irreversibilmente le opportunità di mercato di Aptina, Martorelli invita il personale a recuperare le performance operative. In caso contrario potrebbe essere necessario abbassare drasticamente il massimo output e trasferire definitivamente il resto dei volumi produttivi allo stabilimento gemello del Giappone. Secondo Martorelli la posta in gioco è altissima poiché ne va della credibilità dello stabilimento italiano nei confronti di Micron e con Aptina. Al di là dei problemi oggettivi emersi dai dati, non è escluso che il tono catastrofista dei vertici dello stabilimento possano avere anche una funzione stimolante nei confronti del personale. Infatti l’invito conclusivo di Martorelli è quello di dare la massima focalizzazione di tutto il sito sul recupero delle prestazioni operative. I sindacati, però, vogliono un incontro per approfondimenti su quanto emerge dai datiper capire le cause di tale risultati.