Aielli. La società Ekorec s.n.c., con sede legale a Celano, ha avviato presso la regione Abruzzo l’iter per la valutazione di Assoggettabilità a Valutazione di Impatto Ambientale di un impianto di trattamento rifiuti che dovrebbe gestire 84mila tonnellate/anno di rifiuti, dai fanghi di dragaggio ai rifiuti solidi provenienti dalle bonifiche. L’elenco completo con le relative quantità è allegato (estratto direttamente dalla relazione progettuale dell’azienda).
“Da questi rifiuti”, hanno spiegato Forum H2O e Martello del Fucino, “la società intende derivare, attraverso il lavaggio con acqua, prodotti da riutilizzare. In realtà una parte consistente rimarrà rifiuto da smaltire in altri siti che però non appaiono indicati negli elaborati progettuali depositati. Si produrranno anche alcune decine di tonnellate/anno di rifiuti pericolosi (seconda tabella allegata) che dovranno anch’essi essere smaltiti in altro luogo. Da una prima lettura della documentazione essa appare carente sotto molteplici aspetti: dalla composizione esatta dei rifiuti prodotti (ad esempio, di quali sostanze pericolose parliamo esattamente?) alla modalità di smaltimento delle acque che cadono nel piazzale dove vengono movimentati i rifiuti in arrivo con la possibilità, prevista nel progetto, di scaricare parte delle acque di pioggia direttamente nella pubblica fognatura e nelle canalette stradali (si può leggere nella relazione depositata “le acque meteoriche saranno gestite tramite la rete di raccolta e successivo trattamento delle acque di prima pioggia che verranno in parte riutilizzate nel processo di trattamento dei rifiuti e in parte recapitate in pubblica fognatura a seconda delle esigenze di processo; la parte eccedente la prima pioggia sarà recapitata in canaletta stradale” – la sottolineatura è nostra, ndr). Il substrato è, secondo la ditta stessa, mediamente permeabile e al di sotto del capannone vi è una falda acquifera a circa 30 metri di profondità. Inoltre a poche decine di metri dall’area in questione risulta localizzata una zona di frana che andrebbe indagata in maniera più approfondita, data la vicinanza al sito produttivo. Appare altresì inopportuna la commistione con altre attività produttive che dovrebbero essere del tutto separate e chiaramente riconoscibili, anche ai fini dei controlli e delle responsabilità in caso di problemi con l’impianto. I cittadini, gli enti e le associazioni hanno tempo fino al 10 novembre per depositare in Regione osservazioni al progetto”.
Tutta la documentazione è scaricabile sul sito della Regione Abruzzo sezione Ambiente