Avezzano. Tre mesi per aprire le buste della gara e tanti dubbi sulla gestione dell’appalto. Questi e altri dubbi sono al centro della complessa vicenda che riguarda la piscina comunale della città. Una storia all’italiana si potrebbe definire nella quale nessuno sembra voler arrivare a una vera e propria soluzione. La problematica è iniziata nel lontano 2013 quando il Comune di Avezzano preparò un documento per riaffidare l’impianto della pineta alla Fin, che lo aveva precedentemente gestito. Il foglio, pubblicato sull’albo pretorio del Comune, non venne mai firmato dalla società sportiva che continuò la propria attività indisturbata almeno in apparenza. Nei tre anni, infatti, ci furono numerose proteste da parte degli altri proprietari di associazioni sportive cittadine e addirittura un ricorso al Tar. Tutto ciò, poi, venne fuori e nella primavera scorsa quando l’assessore Fabrizio Amatilli annunciò un bando che poi è arrivato alla vigilia di ferragosto. “Perché non è stato rinnovato nel 2013 appena scaduto?”, ha commentato Nazzareno Di Matteo, patron della Pinguino e membro dell’Ati che ha risposto al bando, “Amatilli dice che è un fiore all’occhiello e noi lo sappiamo perché nasce da molto lontano questo progetto. Non è chiaro però chi ha gestito l’impianto negli ultimi anni e soprattutto perché un territorio che ha avuto il.prestigio di avere un impianto federale ci ha dovuto rinunciare perché non è stato rinnovato? Ci siamo trovati insieme a cercare di dare una risposta a una mancanza da parte dell’amministrazione comunale. Ci sono anche altri impianti che stanno in scadenza ed è chiaro che ci sono si delle problematiche. Ora fatto tutto l’iter ci troviamo a dover aprire le buste. Il 30 giugno è stata chiesta la riconsegna delle chiavi da parte del Comune alla Fin che poi però ad agosto gliel’ha ridata. Adesso che sono stati fatti gli abbonamenti ed è partita la stagione tra qualche giorno quando si apriranno le buste come si farà? Se è la Fin che gestisce in qualità di Centro federale doveva essergli riattribuito e basta, senza bando. Ma se vogliono fare il monopolio delle piscine di Celano e di Avezzano non è giusto. C’è bisogno di rilanciare e non di distruggere come qualcuno ci ha detto. L’impianto ha bisogno di manutenzione perché in 15 anni non è stato fatto nulla e nessuno ha controllato che venisse fatto”. Al bando hanno risposto due sole società. L’associazione temporanea costituita dalla Pinguino Nuoto, dalla Metrò e dalla Pineta e un’altra società di cui per ora non si sa nulla. “Chiunque prenderà la piscina dovrà mettere mano al portafogli e investire per sistemarla”, ha precisato Alessandro Lucarelli della Metrò, “l’amministrazione non ha controllato lo stato della piscina comunale che ora è penoso. Sia io, sia Di Matteo volevamo aiutare l’amministrazione a gestire le strutture sportive, ma siamo stati estromessi dalla consulta dello sport perchè abbiamo chiesto un regolamento per tutti. Lo stadio dei Pini è in degrado come anche altre strutture sportive della città. Fino a ora si è utilizzata la piscina comunale per fare concorrenza alle altre società sportive e addirittura si fa ballo, palestra, quando in realtà è nata per un solo sport. Non è giusto che noi paghiamo 44mila euro per l’affitto della palestra quando invece ci sono società che hanno strutture comunali e pagano 100 euro”. Dello stesso avviso anche Lorenzo De Cesare della palestra La Pineta che ha anche presentato un ricorso al Tar per sbloccare questa vicenda. I titolari delle società sportive hanno anche lamentato il problema riguardante la concessione delle strutture comunali a prezzi irrisori a società sportive che poi gli fanno concorrenza con corsi a prezzi stracciati. “Quello che è successo è un chiaro esempio dell’incapacità di questa amministrazione nella gestione degli impianti sportivi”, ha evidenziato, “che io sappia la concessione della palestra di boxe è scaduta a dicembre e solo pochi giorni fa è stata rinnovata. Come mai un’amministrazione che ha fatto della trasparenza la sua bandiera fa si che possa accadere ciò? Perché si lascia scadere e dopo 8 o 10 mesi si va a ricorrere a una situazione paradossale. E’ assurdo anche che noi dobbiamo sapere dal giornale che martedì si riunirà la commissione per il bando e nessuno ci ha avvertito. Se i consiglieri e gli assessori sono a conoscenza di cose che ho fatto e non potevo fare li invito a farlo sapere a tutti. Intanto noi ci siamo rivolti agli organi preposti e magari l’Anac ci dirà che 3 anni per un bando sono giusti, staremo a vedere. Intanto giriamo ad Amatilli il quesito: se vinceremo noi l’appalto chi rimborserà gli utenti che hanno fatto l’abbonamento?”.