Sante Marie. Ripercorrere la via in cui un tempo si nascondevano i briganti, seguendo la linea di confine tra lo Stato Pontificio e quello borbonico, sulle tracce di una delle pagine dell’Unificazione d’Italia. E’ una storia di 150 anni fa quella che si vive nell’intraprendere l’antico Cammino dei Briganti, uno dei percorsi inediti del nostro Paese che si sviluppa lungo 100 km tra il Lazio e l’Abruzzo. Il Cammino dei Briganti ha una nuova vita con il cambio di percorso, che ora parte e arriva a Sante Marie, sono 100 km da percorrere a piedi o in mountain bike; è appena stata stampata la guida “Il Cammino dei Briganti” di Luca Gianotti, Alberto Liberati e Fabiana Mapelli (Edizioni dei Cammini). Il Cammino dei Briganti si inaugura domani, con 3 camminate che convergono ai Prati di Santa Giusta, dove i partecipanti potranno degustare un merendone offerto dalla Pro Loco, vedere in anteprima il libro e ascoltare il senso di questo cammino. La prima camminata è la più lunga, circa 20 km di cammino, ritrovo alle 8.45 al Casale Le Crete (tra Tagliacozzo e Scurcola), arrivo a prati di Santa Giusta alle 16 e poi arrivo finale a Sante Marie con visita al
Museo del Brigantaggio. Questa prima camminata è organizzata dall’associazione Ethnobrain di Avezzano. Le altre due camminate saranno molto più brevi, circa 2 km l’una, un’ora di cammino, pensate per tutti, anziani e bambini compresi. Partono una da Sante Marie l’altra da Santo Stefano, entrambe alle ore 14.30 per arrivare ai Prati sempre alle 16. Parteciperà all’evento il sindaco di Sante Marie Lorenzo Berardinetti, che sta sostenendo il progetto con iniziative concrete.
Tra i confini del Cicolano e la Marsica, tra Lazio e Abruzzo, il Cammino dei Briganti ripercorre appunto l’antica linea di confine tra lo Stato Pontificio e il Regno delle Due Sicilie e ci racconta le tante storie di briganti che hanno avuto qui le loro vicende. I briganti non erano malviventi, ma coloro difendevano queste terre dall’invasione dei Sabaudi, i nuovi padroni arrivati dal nord che avevano decuplicato le tasse e imposto la leva obbligatoria a chi non poteva sottrarsi dall’obbligo di custodire la terra.
Il percorso ripercorre, dunque, una storia di 150 anni fa, fatta anche di rapimenti, riscatti, violenza e soprusi, una storia che va conosciuta per ciò che è stato e che ha poi generato nei difficili equilibri del nostro Paese. Una storia da ripercorrere a piedi, lungo un cammino di paese in paese, ben percorribile e segnato, con posti tappa attrezzati.
Tecnicamente, il Cammino dei Briganti si compie in sette giorni ed è di media difficoltà: si sviluppa su quote medie tra gli 800 e i 1300 metri di quota alle pendici del Monte Velino, terza cima degli Appennini. Tra la Marsica e il Cicolano, terre di boschi e montagne, si ripercorrono dunque le orme dei briganti della Banda di Cartore tra la Val de Varri, la Valle del Salto e le pendici del Monte Velino. Si parte da Sante Marie, vicino a Tagliacozzo (ricordato anche nell’Inferno di Dante), per proseguire verso Valdevarri nel Lazio, dove le signore ancora lavano il bucato alla fonte, e Nesce, dove passò anche San Francesco nei suoi viaggi. Paesi quasi disabitati e poco noti, dove l’incontro coi locali è autentico e sempre sorprendente. Poi si rientra in Abruzzo e si giunge a Cartore, magico borgo alle pendici del Velino che fu sede dell’omonima banda di briganti, con una puntata al Lago della Duchessa (1.788 m), incastonato in una delle più belle cornici dell’Appennino a dominare la piana del Cicolano e la Marsica. Poi Santa Maria in Valle, capolavoro del Romanico, Rosciolo e Scurcola Marsicana, tra i borghi meglio conservati della Marsica, per poi chiudere l’anello di nuovo a Sante Marie. La guida sarà disponibile in tutte le librerie dal 26 maggio, ma sarà già disponibile in anteprima alla giornata di inaugurazione.
Per avere informazioni sul percorso: www.camminodeibriganti.it
Foto: Vincenzo Ferro