Celano. Sono le 11, Celano si blocca: arriva Alfano. Il ministro dell’Interno scende dalla sua Bmw nera direttamente in piazza IV Novembre tra l’entusiasmo dell’onorevole, Filippo Piccone, e dei suoi colleghi amministratori e lo scetticismo degli anziani che ancora ora si stanno domandando: ma chi è? Eppure che stava arrivando un ospite d’onore lo avrebbero dovuto capire perchè l’area antistante il municipio era completamente priva di auto e tutto intorno al palazzo di città c’erano carabinieri, poliziotti e finanzieri neanche fosse la festa dell’Arma. E poi fiori, fiori e fiori. Angelino Alfano appena ha messo i piedi sulla terra celanese ha sfoderato il suo sorriso d’ordinanza e ha salutato con calore l’amico Filippo affiancato da tutta la famiglia, in pieno stile americano. I figlioletti con la giacchetta della festa hanno stretto la mano all’amico di papà Angelino forse ignorando, però, di avere davanti una delle figure più influenti del Governo. Dopo il caloroso benvenuto, reso ancora più vivace da un centinaio di bouquet di fiori colorati disseminati lungo tutto il percorso del ministro – scale del municipio, sala consiliare e auditorium – la folta delegazione si è spostata direttamente in Comune per i saluti di rito. La sala era stracolma. Le forze dell’Ordine in prima fila e poi dietro sindaci e amministratori del territorio e l’immancabile popolo celanese chiamato a raccolta. Il ministro si è sentito subito a casa sua, grazie anche alla presenza in sala del sottosegretario, Federica Chiavaroli, di Paolo Tancredi e del sindaco di Chieti Umberto Di Primo, anche lui con la famiglia. Eh si perché per gli ex berlusconiani abruzzesi questo era un giorno importante, come del resto per la città di Celano che non ha mai avuto l’onore di accogliere un ministro. Nonostante ciò, però, oltre al coordinatore del Nuovo centrodestra, Massimo Verrecchia, al consigliere provinciale, Felicia Mazzocchi e al consigliere del comune di Avezzano, Claudio Tonelli, c’erano tanti amministratori di ogni estrazione politica, ma pochi amici di Ncd. Si è notata l’assenza del cittadino onorario Gaetano Quagliariello, dell’ex presidente della Regione, Gianni Chiodi, e dei consiglieri regionali di centrodestra. Eppure l’occasione era ghiotta, un ministro non capita spesso in Marsica, ma evidentemente l’entourage che lo accoglieva a molti non è andato giù. “Nel nostro comune e nel territorio dell’intera Marsica convivono etnie e popolo diversi”, h spiegato il sindaco di Celano, Settimio Santilli, intervenuto dopo il benvenuto del presidente del consiglio, Lisa Carusi, “si sono integrati nel lavoro e nella vita sociale, la convivenza di queste colonie non ha intaccato la serenità della nostra comunità. La nostra è terra di migranti e di emigrati ed è per questo che oggi le politiche di accoglienza nel territorio funzionano”. Poche parole e il sorriso smagliante di sempre sono state riservate alla platea dall’onorevole Piccone come sempre poco incline all’etichetta e più a saluti amichevoli e strette di mano tra compaesani. “Saluto e ringrazio gli amministratori locali”, ha precisato, “il nuovo sottosegretario alla giustizia, Federica Chiavaroli, l’amico Paolo Tancredi e il sindaco Di Primio. E’ un onore avere qui il ministro, non solo mio ma di tutta Celano. Lo ringrazio perché ha scelto la nostra città per presentare il suo libro”. Il vero motivo della visita di Alfano, infatti, non era la passerella tra tv e flash al fianco dell’amico Filippo per esaltare il valore del Nuovo centrodestra in Abruzzo, ma la presentazione di “Chi ha paura non è libero. La nostra guerra contro il terrorismo” (edito da Mondadori) il libro che il ministro ha voluto scrivere partendo dai fatti di Parigi e dall’odio disseminato in Occidente dai jihadisti. “Sono contento di essere qui sia perché per la prima volta un ministro è presente a Celano e sia perché questa zona è splendida e vogliamo che sia sicura sempre di più”, ha esordito Alfano, “con Filippo condivido un’avventura politica e con la collega Chiavaroli gli impegni di governo. Stiamo vivendo giorni difficili in cui guardare i tg significa guardare dei bollettini di guerra. Dobbiamo sapere, lo dico davanti agli uomini delle forze dell’ordine, che siamo in buone mani. Il lavoro di questi anni sta dimostrando che le cose possono cambiare. Ho apprezzato molto la considerazione del sindaco che parlava di una terra di emigranti. Riflettevo programmando il viaggio a New York qualche giorno fa che dovrei andare a Ellis Island dove venivano portati i tanti immigrati che arrivavano in America, è un luogo simbolo. Noi siamo stati emigrati e allo stesso tempo terra che accoglie gli emigrati. La memoria non può cancellare i nostri tanti cittadini che hanno avuto come compagna di viaggio la valigia di cartone quando partivano per fare fortuna all’estero”. Sul tema del libro il ministro ha aggiunto: “alla mia generazione la libertà e la pace sono state regalate dalle generazioni precedenti che hanno combattuto per il loro raggiungimento”. Prima dei saluti c’è stata poi la promessa: “tornerò in maglietta e jeans magari con i miei figli per trascorrere qualche giorno di vacanza in Abruzzo perchè è una terra che merita. Un pezzo di quel cuore della nostra penisola che ha fatto e continuerà a fare grande l’Italia”. E giù applausi a non finire e poi i saluti tra amici e persone che non aveva mai visto ma che, come capita sempre, si avvicinano millantando conoscenti in comune. Alfano, con la scorta, gli amministratori e tutti gli uomini delle forze dell’Ordine si è spostato poi all’auditorium dove c’è stata la presentazione del libro. Ad attenderlo Domenico Ranieri, giornalista del quotidiano Il Centro e moderatore dell’incontro, il vice presidente del movimento Cristiano Lavoratori, Tonino Di Matteo, centinaia di cittadini e tanti poliziotti e carabinieri disposti intorno alla struttura e dentro per assicurare al ministro e ai presenti la sicurezza. All’entrata dell’auditorium ad aspettare gli interessati un banchetto con i libri da vendere, al costo di 20 euro, perché alla fine il motivo della visita di Alfano in città era pur sempre la presentazione della sua ultima creatura letteraria.