Avezzano. “Occorre fermare questa logica al massacro per le aree interne dell’Abruzzo” È quanto affermato dal Consigliere regionale Giuseppe Di Pangrazio in occasione della conferenza stampa tenuta dal gruppo consigliare del Partito Democratico, per presentare gli emendamenti al progetto di legge regionale sulla “Razionalizzazione e rideterminazione dei servizi di sviluppo agricolo” (n. 286/2011). Tale progetto, che verrà discusso nel Consiglio regionale del 26 luglio, prevede infatti la soppressione dell’Agenzia regionale per i servizi di sviluppo agricolo (ARSAA) di Avezzano.
Alla conferenza stampa, svoltasi nella sala riunioni dell’Arssa di Avezzano, hanno partecipato inoltre i consiglieri regionali Claudio Ruffini e Giovanni D’Amico che insieme al consigliere Di Pangrazio hanno illustrato i contenuti degli emendamenti. “Sono passati due anni dalla nomina del Commissario di questo ente, durante i quali non si è fatto nulla e, proprio alla scadenza dei suo mandato, non prorogabile, a ridosso delle ferie estive, ci viene proposto dalla Giunta Chiodi un provvedimento da approvare con tutta fretta, mentre, secondo noi, sarebbe opportuno studiare la soluzione di riconversione di tutti gli enti, sentendo le organizzazione di categoria ed i sindacati, visto che ci sono di mezzo anche 239 dipendenti da ricollocare. Abbiamo timore – ha concluso Ruffini – che l’Arssa di Avezzano venga cancellata e trasferita in altra sede”. Per Di Pangrazio “La sensazione è che per l’ennesima volta si voglia effettuare una spoliazione nei confronti del centro Abruzzo, privandolo di un importante servizio, con la scusa della “Razionalizzazione dei costi”. Da qualche tempo si tende ad eliminare qui per portare altrove, magari sotto mentite spoglie, gli stessi servizi ad un costo maggiore. E’ il momento di unire le forze. Chiederemo un atto di solidarietà a tutti i consiglieri della Marsica per fermare questo continuo saccheggio dei nostri territori e, tra l’altro, va anche detto che la struttura di Avezzano potrebbe finire tra i beni regionali alienabili”. Significherebbe, ha detto D’Amico, “cancellare duecento anni di storia; noi proponiamo la trasformazione dell’ente in “Dipartimento”, cioè una struttura sul posto, dedicata alla ricerca, innovazione, competizione e sviluppo rurale, alla quale collegare, per esempio, il Crab che, diversamente, verrebbe lasciato alla deriva e, magari trasferire alcune competenze come il settore idraulico, al Consorzio di Bonifica.