Avezzano. Un gemellaggio dalle ampie visioni e dalle robuste ali già spiegate per il volo. L’obiettivo? Una mappatura della situazione tumorale in zona Marsica. Il cancro si sconfigge con la diramazione capillare dell’atto della prevenzione. Sorge così, con un rivoluzionario hashtag a doppia mandata, il sole di una nuova alba, quella che indica la strada per fare sociale in modo diverso. Sotto il tetto spiovente della cura medica del carcinoma, un’alcova di attori territoriali prende in mano le redini del dare per ricevere Prevenzione. E’ stato metaforicamente firmato il giorno 16 settembre scorso, presso la sede di Via America 11 della Lilt (Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori) – delegazione di Avezzano, l’accordo di gemellaggio fra quest’ultima, guidata dal dottor Addari, e la Croce Rossa Italiana – Comitato locale di Avezzano, guidata dal presidente Francesco Luigi Rossi. Un’unione di intenti e un’intesa di vedute che ha portato a scegliere la diramazione di piazza per tentare di arginare la poca informazione odierna in merito alle mille molle preventive a levata di scudi contro il Tumore.
#Uniticontroilcancro: questo è l’hashtag prescelto e lanciato dalle due associazioni di volontariato, attive da anni immemori sul territorio di riferimento, per tentare di diffondere in maniera più robusta il Verbo dello Screening e della diagnosi precoce. «Il gemellaggio – spiega il presidente Rossi, una delle voci dell’accordo a due – si riassume in un viaggio fatto da più anime. Esso prevede, da parte delle due associazioni promotrici, la presa in carico e la condotta a termine di alcuni compiti specifici. La nostra è una realtà storica, da sempre vicina alla parte debole della società. Croce Rossa Italiana si sostanzia di una struttura ramificata, dispiegata sul territorio della Marsica grazie alla presenza e all’essenza di ben otto sedi distinte territoriali quali Avezzano (sede ufficiale), Ovindoli, Pescina, Lecce dei Marsi, Villavallelonga-Collelongo, Capistrello, Tagliacozzo e Pescasseroli (sedi periferiche) che permettono, ogni giorno, di raggiungere in maniera capillare circa 32 enti comunali. Proprio questa simultaneità di presenza di volontariato CRI avvantaggerà lo spirito del progetto, che consiste nell’allestire una campagna di prevenzione e sensibilizzazione innovativa in quanto sagomata e respirata anche dalla Lilt».
La prevenzione permette, di fatti, il concreto ridursi di patologie tumorali, che compromettono il quieto vivere della società. La Piazza sarà la vera protagonista del progetto. Il gemellaggio darà, come frutto ultimo, la prima mappa ufficiale dello stato di diffusione della consapevolezza del tumore in zona Marsica. Alla fine dello stesso, per ora stabilito della durata di un anno, c’è la meta di una statistica attraverso la quale si osserverà qual è stato, e se v’è stato, il cambiamento dell’affluenza agli screening di massa, a seguito dell’intensa campagna informativa. «Anche una sola persona in più bardata dal mantello della Prevenzione, per noi sarà un successo».
Entusiasta del doppio battito di ali, il presidente di Lilt L’Aquila, il medico chirurgo e senologo Antonio Addari, che ha parlato, in sede di conferenza stampa, di come «la Lilt abbia delle radici storiche molto lontane: è in opera, di fatti, sin dal 1924. Circa 20 anni fa, giunse nella nostra Provincia aquilana, il dottor Rodolfo Fanini, primo fondatore dell’ambulatorio iniziale, sito lungo via Antica Arischia a L’Aquila, e primo spirito dell’associazione. 15 anni fa, invece, è seguito a questo iniziale sussulto di cuori, grazie alla vissuta collaborazione delle sorelle Petrucci, un secondo ambulatorio, collocato proprio qui, ad Avezzano, su via America. La mission generale della Lilt, comunque, è contenuta tutta nel suo acronimo: Lega Italiana per la Lotta contro i Tumori. Lo scopo della nostra associazione, quindi, è quello di far capire alla gente quale sia il modo migliore di prevenire il cancro e in che modo effettuare la cosiddetta diagnosi precoce. Il Tumore è una malattia che inizia e corre per conto suo; trovarlo in tempo significa essere in grado di fermarlo: questo, il compito della Lilt. Si andrà, in breve, a potenziare nella popolazione l’idea che la prevenzione sia la prima cura di qualunque malattia».
Luce del progetto, la laureanda in medicina e veterana volontaria Croce Rossa Italiana, Anna La Cesa, ideatrice del protocollo d’intesa intitolato, per l’appunto, #Uniticontroilcancro. Questo verrà sottoscritto in maniera formale il giorno 19 settembre 2016, nella sede CRI di Ovindoli. «Io mi occupo dell’Area sanitaria del Comitato CRI locale di Avezzano, – specifica la volontaria – il quale riguarda in particolar modo l’arte della tutela e della protezione della salute e della vita. L’idea del progetto è nata in un’anonima mattina di qualche tempo fa, quando lessi su un giornale on line della bassa affluenza registrata alle campagne di screening promosse dalla Asl. Mi sono chiesta: in che modo Croce Rossa potrebbe aiutare ad informare? A tal proposito, mi venne in mente il dottor Addari, squisita eccellenza professionale ed umana; nel giro di qualche giorno, è nato #Uniticontroilcancro: il semaforo verde della Prevenzione». La collaborazione fra le due associazioni si prefigge lo scopo di raggiungere degli obiettivi mirati, fra cui l’aumento dell’informazione sui tumori e il moltiplicarsi, da parte della popolazione, delle risposte positive agli screening di massa. Terzo attore territoriale che, a breve termine, scenderà in campo affianco delle due associazioni di volontariato sorelle, con la spilla disinvolta del sociale appuntata sul petto, la società sportiva Avezzano Nuoto, anima del Centro federale dell’Unipol BluStadium della città, diretta da Massimo De Leonardis.
Stand informativi, passaparola sociali, questionari specifici ma in forma anonima atti alla conoscenza delle patologie tumorali più diffuse in zona Marsica, convegni, seminari e insoliti ‘tuffi’ in piscina sotto il segno della Lotta ai Tumori: ben vengano le nature di questi gemellaggi. «Le associazioni – conclude il presidente Rossi – si muovono sempre per il bene del cittadino, che nasconde, molto spesso, un essere umano incuneato nella paura di conoscere il male ignorando al contempo una sua possibile soluzione tempestiva. Oggi si accendono i motori di una nuova macchina sociale e sensibilizzante: sulla strada della malattia, la corsia di emergenza della prevenzione».